Per due decenni era stato un matrimonio come tanti: due figli, oggi trentenni, qualche litigata e quella suocera al piano di sotto, a cui il marito era molto legato, mentre con la moglie aveva un pessimo rapporto. Poi, nel 2001, il patatrac. Lui, medico veneziano, si invaghisce di un’infermiera e, scoperto, abbandona la casa coniugale; il livello di scontro si alza, così come le mani del marito. Dopo il divorzio per lei c’è solo la depressione e ben quattro ricoveri. Ora però il medico fedifrago che le ha spezzato il cuore dovrà aprire il portafogli, e non poco. Il tribunale civile di Venezia l’ha condannato a risarcire la moglie con 70 mila euro. «La sua vita è stata rovinata per aver dovuto chiedere una separazione che non avrebbe mai voluto», dice l’avvocato Enrico Cornelio, legale della donna, che già una decina di anni fa aveva ottenuto una sentenza favorevole su un caso simile. I precedenti non sono molti, infatti.
La Corte di Cassazione ha stabilito che non basta la mera «inadempienza ai doveri coniugali» per i danni, ma «una condotta obiettivamente grave, in violazione di uno o più dei doveri nascenti dal matrimonio». E in questo caso, insieme alle «corna», c’erano state tante vessazioni, riportate nella sentenza: in diverse occasioni — come testimoniato dalla figlia— l’uomo aveva percosso la moglie, oppure l’aveva umiliata, per esempio lasciandole i soldi sui gradini di casa. Lui, nel frattempo, si era trasferito dalla madre, vietando a moglie e figli di entrare. Quanto alla relazione extra-coniugale, era cosa nota fin da quando un nipote, per caso, l’aveva sentito conversare con l’amante. L’uomo aveva cercato di difendersi, dicendo che la moglie fin dall’inizio del loro matrimonio aveva sofferto di crisi depressive e attacchi di panico, e che con il passare degli anni aveva avuto atteggiamenti sempre più incontrollati, con continue accuse di tradimenti inesistenti fino alle telefonate ai suoi pazienti per metterlo in cattiva luce. Il medico aveva inoltre negato di aver mai picchiato la moglie. Ma il giudice, pur riconoscendo la fragilità di lei, non gli ha creduto.