Giustizia e Ddl Stabilità 2014: una manovra avara e insufficiente

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Giustizia e Ddl Stabilità 2014: per il CNF una manovra avara e insufficiente, che vìola i diritti dei più deboli. E nel parere della commissione giustizia del Senato critiche alle misure

Legge di Stabilità avara di risorse e di riforme in materia di giustizia; che anzi torna ad essere, semplicemente, una fonte di “nuove entrate” che per di più penalizza i soggetti più deboli.
Il riferimento, in particolare, è alle disposizioni contenute soprattutto nell’articolo 18 del disegno di legge governativo, attualmente all’esame del Senato. Misure volte solo “a fare cassa” senza una contropartita in termini di investimento per migliorare l’efficienza del sistema.
Si tratta in particolare della riduzione di un terzo dei compensi per gli ausiliari del giudice e per il patrocinio a spese dello Stato finalizzata all’assunzione di magistrati già vincitori di concorso; dell’aumento dell’ammontare del contributo forfetario di iscrizione a ruolo delle cause civili da 8 a 27 euro; della previsione di una tassa di iscrizione a carico dei candidati che partecipano all’esame di abilitazione forense (50 euro che si aggiungeranno all’attuale pagamento pari al 12,90 euro destinata a coprire-peraltro solo parzialmente, secondo quanto risulta al momento-le operazioni d’esame) e ai concorsi per notai e magistrati.
Senza contare la norma che applica alle Casse professionali, tra cui quella forense, un obbligo di versamento di un contributo del 12% calcolato sulla spesa di consumi intermedi sostenuta nel 2010 a titolo di “spending review”, pur non essendo le Casse pubbliche amministrazioni. E quella che riguarda l’impugnativa degli atti dell’amministrazione fiscale nel processo tributario, che aumenta l’ammontare del contributo che sarà calcolato su ogni singolo atto impugnato.
Una situazione grave, che il CNF ha provveduto a segnalare immediatamente alla politica all’indomani della presentazione del testo in Parlamento, chiedendo le opportune modifiche, soprattutto per rimediare agli ingiustificati tagli ai compensi per il patrocinio a spese dello Stato, che vanno a confliggere con il principio della garanzia del diritto di difesa per tutti i soggetti, in particolare i più deboli.
Ed il testo del disegno di legge Stabilità imbarazza la stessa maggioranza di Governo, che in commissione giustizia del Senato ha approvato martedì scorso un parere che è sì favorevole (se pur a determinate condizioni attinenti alle carceri) ma che nell’ultimo inciso rivela la preoccupazione e le “perplessità” in merito proprio a queste misure “che non sembrano richiamarsi ad un indirizzo unitario di politica nel settore dell’amministrazione della giustizia e possono trovare accoglimento solo in ragione delle esigenze imposte dalla sfavorevole congiuntura economica cui sono chiamati a far fronte i provvedimenti in titolo”.
Un panorama “desertico”, caratterizzato da un decremento dello stanziamento complessivo destinato al Ministero della Giustizia (7,5 miliardi nel 2014) di 151 milioni rispetto allo stanziamento dello scorso anno, con investimenti ridotti di 80 milioni e spese correnti ridotte di 75 milioni; e sul quale cadrà l’ulteriore scure della “spending review” versione 2014.
Davanti a questo quadro, su una cosa però i senatori hanno deciso di non transigere ed è attinente alle carceri, oggetto di un messaggio del presidente della Repubblica alle Camere.
Il parere pone come condizione che, a fronte di una pur lieve riduzione dello stanziamento di previsione per l’amministrazione penitenziaria per il 2014, il Governo ci ripensi e preveda un incremento destinato all’assunzione di 500 agenti di polizia penitenziaria anche nella prospettiva, annunciata dal Ministro guardasigilli, che sia aumentata la capienza complessiva degli istituti penitenziari di 12 mila posti. Incremento che potrà essere compensato rimodulando il numero di assunzioni nelle altre forse di polizia e dell’esercito.
Unica riserva di “luce”, è il rifinanziamento del Fondo nazionale contro la violenza sessuale e di genere per 10 milioni di euro per ciascun anno dal prossimo fino al 2016.
E se il parere della maggioranza sconta un “dovere di sostegno” al Governo, quello di minoranza del M5S va giù molto più duro negando l’assenso ad una operazione che “non persegue, con misure strutturali e coerenti, l’efficienza del sistema giudiziario” e conferma “la consolidata tendenza a non investire ed anzi a disinvestire”.
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Scheda Ufficio Studi Norme di interesse avvocatura-Legge stabilità 2014