Era attesa per il 17 luglio 2014 la pronuncia delle Sezioni Unite in merito alla questione – ormai da diversi anni al centro di un vivace dibattito giurisprudenziale – in ordine alla qualificazione da dare alla condotta del furto in supermercato avvenuto sotto il controllo del personale di sicurezza, nei casi in cui il soggetto attivo venga fermato con la refurtiva dopo il superamento delle casse.
Due le tesi emerse negli anni: a chi sostiene che tale condotta debba essere qualificata nei termini di furto consumato (posto che – si sostiene – nei casi in cui il responsabile abbia superato la barriera delle casse, a nulla rileva che il fatto sia avvenuto sotto il costante controllo del personale del centro commerciale addetto alla vigilanza) ribatte chi ritiene si abbia a che fare con furto solo tentato (atteso che, rispetto al momento della sottrazione, sarebbe l’effettivo impossessamento del bene a segnare il passaggio dal mero tentativo al delitto consumato; possesso che – sostengono i sostenitori della tesi del furto tentato – si realizzerebbe allorché la persona offesa abbia perso il controllo diretto della merce asportata).
Il 30 aprile 2014 la quarta sezione penale con l’ordinanza numero 19493 aveva nuovamente rimesso alle Sezioni Unite la questione formulando il seguente quesito:
«Se la condotta di sottrazione di merce all’interno di un supermercato, avvenuta sotto il costante controllo del personale di vigilanza, sia qualificabile come furto consumato o tentato allorché l’autore sia fermato dopo il superamento della barriere delle casse con la merce sottratta».
In base a quanto si apprende dal servizio novità della Corte di Cassazione, al quesito è stata fornita la seguente soluzione: è qualificabile come furto tentato.
Naturalmente, per conoscere le argomentazioni della Corte si dovrà attendere il deposito delle motivazioni.