I reati di esercizio arbitrario delle proprie ragioni e di estorsione si distinguono non per la materialità del fatto, che può essere identica, ma per l’elemento intenzionale che, qualunque sia stato il livello di intensità o gravità della violenza o della minaccia, integra la fattispecie estorsiva soltanto quando abbia di mira l’attuazione di una pretesa non tutelabile davanti all’autorità giudiziaria.
Sentenza n. 51433/13 – Seconda Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione
DELITTI CONTRO IL PATRIMONIO – DIAGNOSI DIFFERENZIALE TRA ESTORSIONE ED ESERCIZIO ARBITRARIO DELLA PROPRIE RAGIONI –ELEMENTO INTENZIONALE – RILEVANZA ESCLUSIVA