Contraffazione in Italia: un pericolo reale

  • penale

icerca del ministero dello Sviluppo economico con il Censis –
mercato da 6,9 miliardi

Falso, in Italia brucia 100mila posti
di lavoro

Senza la contraffazione, produzione su di 13,7 miliardi. Per
il fisco, 1,7 miliardi di entrate in meno. A tavola il falso
vale 1,1 mld

Senza la contraffazione in Italia ci sarebbero 110 mila
posti di lavoro in più e 1,7 miliardi di entrate per il
fisco. Lo afferma una ricerca del ministero dello Sviluppo
economico con il Censis. Se i prodotti falsi fossero venduti
sul mercato legale, la produzione salirebbe di 13,7 miliardi
e le imposte (indotto incluso) di 4,6 miliardi. «In un
periodo di crisi dove si ragiona di uno o due decimi di
punto di crescita, la contraffazione sottrae al Paese 5,5
miliardi di valore aggiunto», lo 0,35% circa del Pil, ha
detto il direttore generale del Censis, Giuseppe Roma, alla
conferenza «L’impatto della contraffazione sul
sistema-Paese». Lo studio dice che la prima Regione
d’Italia, nella classifica della contraffazione, è la
Campania, con il 42,3% dei casi, seguita dalla Liguria,
regione di frontiera e portuale, col 14,7%, dal Lazio
(11,1%), dalla Sicilia (9,6%) e dalla Lombardia (4,7%).

I PRODOTTI – Il mercato italiano del falso fattura
6,9 miliardi di euro ed è così esteso che «non esiste
prodotto che non possa essere imitato e venduto». Per i
cosmetici la crescita della contraffazione è stata di almeno
15 volte in 10 anni. I settori più colpiti sono
l’abbigliamento e gli accessori con un giro d’affari del
falso di 2,5 miliardi, i cd, dvd e software (1,8 miliardi) e
l’alimentare (1,1). «A preoccupare – ha detto Giuseppe Roma
– il fatto che «il mercato del falso si alimenta grazie alla
presenza di una domanda consistente da parte dei
consumatori, soddisfatti di poter entrare in possesso
dell’oggetto del desiderio senza dover pagare prezzi troppo
alti e – ha concluso – indifferenti di compiere un
illecito».

A TAVOLA – Le più temute dagli italiani sono le
contraffazioni a tavola: sei cittadini su dieci le
considerano addirittura più gravi delle frodi fiscali e
degli scandali finanziari. Lo afferma la Coldiretti,
intervenendo alla presentazione della ricerca del
Mise-Censis. La contraffazione alimentare vale in Italia 1,1
miliardi di euro che sale però a 60 miliardi se si considera
il fenomeno dei prodotti «italian sounding», ma non «italian
tasting», come ha detto il presidente del Consiglio Mario
Monti al Forum di Cernobbio, dove è stata presentata
un’esposizione – dal «Parma salami» del Messico al barbera
bianco rumeno, dal provolone del Wisconsin ai pomodori san
Marzano della California -. A spaventare – sottolinea la
Coldiretti – sono soprattutto gli effetti sulla salute delle
frodi a tavola che si moltiplicano nel tempo della crisi
soprattutto con la diffusione dei cibi low cost.